Un Piccolo Grande Frate

 

"…Ieri, parlando con un amico, anche lui tra i primi boy scout, tutte e due commossi, si poneva in primo piano una considerazione: per certe persone pensi ad una vita infinita, eterna. Non ti viene mai fatto di pensare che il tempo passa anche per loro. Padre Ceci era una di queste persone. Lo sapevi malato, ma non pensavi ad altro. Non pensavi al momento estremo. Anche averlo qui davanti, chiuso nella bara, nella crudeltà della bara, ti pare di vivere una storia impossibile. Una storia che non appartiene a questa chiesa, a questo convento che lo videro per oltre cinquant'anni protagonista assoluto. Dici: è vivo. Ora arriva, fischia con il fischietto tirato fuori dal saio e rimette le cose a posto. E placa gli animi. E dà qualche scappellotto ma soprattutto guarda con i suoi occhi vivaci, dove non c'è cattiveria, che vorrebbero essere severi e non ci riescono. Ti sorride. E ti perdona l'intemperanza, la parola di troppo. Il gesto stupido. Arriva. Arriva con quella sua idea bislacca di far entrare nella vita di Fucecchio i boy scout, la prima sede nel chiostro, gli angoli delle squadriglie dove è ora un piccolo auditorium. I nomi degli animali ad identificarle: leoni, rondini, aquile, falchi. Ragazzi e bambini, scout e lupetti. Figli di operai, impiegati, professionisti, commercianti. Al bando il colore politico, che allora contava molto, che divideva le famiglie ma non i ragazzi. Ragazzi e bambini che avevano la faccia sporca, che avevano negli occhi e nelle orecchie ancora le immagini della guerra, i rumori della guerra. Gli urli di sofferenza per le ferite della guerra. Gli urli di sofferenza per le ferite della guerra. Nel petto, nel cuore, ancora la paura della guerra.

…Inutile giocare a braccio di ferro con questo frate sorridente, sempre disponibile che non amava parlare di sé. Partita persa in partenza. Con qualcuno si confidava. Con i più grandi. In certi momenti, caso mai di fronte a un fuoco acceso, in notti stellate, tra un canto e l'altro, poteva accennare alla sua vita non facile, alla sua salvezza in un naufragio dovuta alla sua resistenza fisica. Aveva nuotato ore e ore per arrivare alla riva. In Grecia. E aveva trovato i boy scout….

Un frate che sapeva della vita, e lo sentivi che sapeva della vita…

Arriva, ora. E ci guarda giocare nel chiostro con i novizi. Arriva, ora. Per festeggiare i cinquant'anni della nascita dei boy scout a Fucecchio. Arriva, ora. E grida: ESTOTE PARATI, sì SEMPRE PRONTI, piccolo grande frate.

Parole dette da
Riccardo Cardellicchio
Durante il rito funebre
4 marzo 2000

Fucecchio1
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